lunedì, giugno 19, 2006

Colpevole di un ignoto delitto

Passano i giorni ed io continuo a chiedermi chi sono e perché mi trovo in questo posto.

Se questa è una prigione perché nessuno mi viene ad interrogare?
Se mi hanno recluso significa che ho commesso qualche reato, forse sono in attesa di processo. Qualcuno dovrebbe farmi delle domande, almeno il mio avvocato dovrebbe venire a colloquio!

Ma se non ricordo nulla come farò a difendermi? Nessuna accusa, nemmeno la più infamante, potrei smentire.

Seduto alla sbarra guarderò il giudice e poi la giuria e poi il pubblico ministero e poi tutti i presenti. Avrò lo sguardo ebete di chi non capisce, di chi si sente fuori luogo. L'espressione instupidita di uno che sente male, che vede aprire la bocca senza afferrare le parole che ne escono.

E quell'espressione non mi gioverà, anzi peggiorerà il giudizio che i presenti avranno di me. Perchè essi conosceranno il mio delitto e non potranno mai credere che io l'abbia dimenticato. Come si può dimenticare un crimine tanto orrendo? Sarà questo quello che diranno a bassa voce mentre io guarderò i loro occhi, fissati su di me, carichi di odio, desiderosi di vendetta.

Stupito osserverò il giudice mentre darà lettura delle accuse; dall'alto del sue scranno, con voce dura, leggerà le imputazioni, citerà gli articoli del codice penale, elencherà i nomi delle vittime, degli avvocati e degli accusatori. Poi poserà su di me uno sguardo di disprezzo.

Ed io non proclamerò la mia innocenza, non dichiarerò la mia estraneità, rimarrò muto. Ed anzi, dentro di me mi convincerò della mia assoluta colpevolezza, di una colpa riprovevole ed irredimibile.

Ma quella sarà giustizia? Se un imputato non è grado di difendersi, di raccontare la sua versione, se la sua mente è vuota, completamente pulita, può essere serenamente condannato?

A pensarci forse sono già stato condannato. Il processo c'è già stato, allora ero in grado di ricordare, ho risposto alle domande, ho portato le mie ragioni. Alla fine mi hanno condannato. Ma il crimine che ho commesso era così immondo, talmente insopportabile, infinitamente orrendo che dopo la sentenza, con un'operazione o con un farmaco speciale, mi hanno cancellato ogni ricordo così da impedirmi di diventare pazzo.

Ma anche così sto diventando pazzo!