mercoledì, giugno 14, 2006

La sensazione del tempo

Credo che sia passato un giorno.

La luce ad un certo punto, lentamente, si è affievolita e la penombra si è sparsa nella stanza. Poi è arrivato il sonno, improvviso, catatonico.

Non ricordo nulla della notte.
Dovrei dire non ricordo niente del periodo di buio.
In effetti non sono in grado di sapere quando è veramente giorno e quando è veramente notte.

Nel momento in cui mi sono risvegliato la luce si stava accrescendo. Adesso la luce è fortissima. D'ora in poi chiamerò questo momento mezzogiorno. Anche l'orologio del computer segna le dodici. Eppure non mi fido.

Mi sono messo ad osservare l'orologio, l'ho fissato ininterrottamente per un minito, poi per due, poi per dieci ed infine per mezz'ora. Sono convinto che il tempo vero scorra diversamente. Più piano? Più forte? Con un fluire differente? Non riesco a giudicare.

Forse sono pazzo. Valuto un orologio in funzione della mia sensazione del tempo, come se non sapessi che la percezione del tempo è soggettiva. Eppure ho avuto la netta impressione che il tempo, quello vero, rallentasse fino quasi a femarsi.

E' una sensazione angosciante. Rimanere all'infinito nello stesso istante, in questa cella, in questo luogo, con questi pensieri. Per sempre.

La luce si sta affievolendo. L'orologio segna le ventuno. Ho ragione, qui viene scandito un tempo falso. Sono passati pochi minuti dal mezzogiorno.
Oppure no? E se invece fosse il mio pensiero che si è bloccato, che ha rallentato così tanto da farmi sembrare che il tempo scorra velocissimo?

All'imporvviso il sonno! Sta arrivando imperioso, sta salendo con vigore, sta vincendo le mie resistenze. Mi sento cedere le forze.