mercoledì, giugno 21, 2006

Idee confuse

Stamattina quando mi sono svegliato ho notato un piccolo foro sulla pelle del braccio sinistro.

Un foro d'ago.

Significa che qualcuno, mentre dormivo, mi ha fatto un'iniezione.

Significa che al di la di quella porta esiste qualcuno.

Potrei essere in un ospedale, avere subito un grave incidente, avere perso la memoria.
No, non quadra!
Fisicamente sto benissimo, non ho ferite sul corpo, non ho cicatrici, muovo agevolemente tutti gli arti. Non può essere, l'ipotesi dell'incidente è da scartare.

Eppure questo luogo potrebbe esserlo un ospedale. In questa camera ogni cosa è perfettamente pulita. Il pavimento è uno specchio, sui mobili non c'è un filo di polvere, le pareti sono intonse.

Ma se questo è un ospedale perché sono qui? Cosa mi è successo?
Forse un'operazione al cervello! Devo trovare il modo di guardarmi allo specchio. Se mi passo una mano in testa sento che i capelli sono molto corti. Però non sento cicatrici.

Adesso che ci penso da quando sono qui, o meglio da quando ricordo di essere qui non ho mai mangiato. Forse mi alimentano con dei flebo la notte.

Mangiare? Non ricordo di averlo mai fatto. Nella mia mente esiste il concetto di mangiare, ma a questo concetto non corrisponde nessun ricordo reale.

Ma cos'è la realtà? Senza il ricordo la realtà non esiste. Tutto quello che mi è successo prima di ora per me non esiste. Io sono nato pochi giorni fa, il mondo è nato pochi giorni fa. Mi rendo conto che è un punto di vista solipsistico: esiste soltanto ciò che io percepisco. Eppure, razionalmente, non posso che convincermi di questo.

Quindi al di fuori di me non esiste nulla? Anche ciò mi sembra assurdo.

Più penso e più mi si confondono le idee. Spero che oggi il sonno arrivi presto.

lunedì, giugno 19, 2006

Colpevole di un ignoto delitto

Passano i giorni ed io continuo a chiedermi chi sono e perché mi trovo in questo posto.

Se questa è una prigione perché nessuno mi viene ad interrogare?
Se mi hanno recluso significa che ho commesso qualche reato, forse sono in attesa di processo. Qualcuno dovrebbe farmi delle domande, almeno il mio avvocato dovrebbe venire a colloquio!

Ma se non ricordo nulla come farò a difendermi? Nessuna accusa, nemmeno la più infamante, potrei smentire.

Seduto alla sbarra guarderò il giudice e poi la giuria e poi il pubblico ministero e poi tutti i presenti. Avrò lo sguardo ebete di chi non capisce, di chi si sente fuori luogo. L'espressione instupidita di uno che sente male, che vede aprire la bocca senza afferrare le parole che ne escono.

E quell'espressione non mi gioverà, anzi peggiorerà il giudizio che i presenti avranno di me. Perchè essi conosceranno il mio delitto e non potranno mai credere che io l'abbia dimenticato. Come si può dimenticare un crimine tanto orrendo? Sarà questo quello che diranno a bassa voce mentre io guarderò i loro occhi, fissati su di me, carichi di odio, desiderosi di vendetta.

Stupito osserverò il giudice mentre darà lettura delle accuse; dall'alto del sue scranno, con voce dura, leggerà le imputazioni, citerà gli articoli del codice penale, elencherà i nomi delle vittime, degli avvocati e degli accusatori. Poi poserà su di me uno sguardo di disprezzo.

Ed io non proclamerò la mia innocenza, non dichiarerò la mia estraneità, rimarrò muto. Ed anzi, dentro di me mi convincerò della mia assoluta colpevolezza, di una colpa riprovevole ed irredimibile.

Ma quella sarà giustizia? Se un imputato non è grado di difendersi, di raccontare la sua versione, se la sua mente è vuota, completamente pulita, può essere serenamente condannato?

A pensarci forse sono già stato condannato. Il processo c'è già stato, allora ero in grado di ricordare, ho risposto alle domande, ho portato le mie ragioni. Alla fine mi hanno condannato. Ma il crimine che ho commesso era così immondo, talmente insopportabile, infinitamente orrendo che dopo la sentenza, con un'operazione o con un farmaco speciale, mi hanno cancellato ogni ricordo così da impedirmi di diventare pazzo.

Ma anche così sto diventando pazzo!

venerdì, giugno 16, 2006

E' questa la realtà?

Devo capire chi sono.

Del mio passato non ricordo nulla, eppure devo averlo avuto un passato! Devo avere avuto una vita fuori da qui! Forse. Almeno lo spero.

Alle volte sono preso dal dubbio che non esista una vita al di fuori di qui, che la realtà, il mondo, l'universo siano questi. Che non esista nulla al di fuori di qua.

Però nella mia mente ho le immagini delle cose.

Un albero, per esempio, lo riesco ad immaginare, lo posso descrivere, so elencarne le caratteristiche; sono vivide in me le sensazioni che ne derivano: lo stormire delle foglie, la frescura dell'ombra, la solidità del tronco. Nonostante ciò non riesco a ricordare di averne visto uno.

So leggere, scrivere, parlare. Chi me lo ha insegnato? Dove e quando ho appreso queste capacità?

Forse è solo un sogno. Un brutto sogno. Il peggiore degli incubi. Oppure è la pazzia. La distorsione assoluta della realtà.

Viceversa quella che immagino essere la realtà, che sono convito esista e che non riesco a ricordare, potrebbe essere stata il sogno, mentre ciò che sto vivendo è l'insopportabile risveglio.
Forse sono morto e questo è l'aldilà? Forse sono in attesa di reincarnarmi oppure in attesa del giudizio divino?
Come potrò difendermi, come potrò rispondere alle accuse, come potrò chiedere perdono per i miei peccati se non ricordo nulla?
Chi sono io?
Devo capire chi sono!

mercoledì, giugno 14, 2006

La sensazione del tempo

Credo che sia passato un giorno.

La luce ad un certo punto, lentamente, si è affievolita e la penombra si è sparsa nella stanza. Poi è arrivato il sonno, improvviso, catatonico.

Non ricordo nulla della notte.
Dovrei dire non ricordo niente del periodo di buio.
In effetti non sono in grado di sapere quando è veramente giorno e quando è veramente notte.

Nel momento in cui mi sono risvegliato la luce si stava accrescendo. Adesso la luce è fortissima. D'ora in poi chiamerò questo momento mezzogiorno. Anche l'orologio del computer segna le dodici. Eppure non mi fido.

Mi sono messo ad osservare l'orologio, l'ho fissato ininterrottamente per un minito, poi per due, poi per dieci ed infine per mezz'ora. Sono convinto che il tempo vero scorra diversamente. Più piano? Più forte? Con un fluire differente? Non riesco a giudicare.

Forse sono pazzo. Valuto un orologio in funzione della mia sensazione del tempo, come se non sapessi che la percezione del tempo è soggettiva. Eppure ho avuto la netta impressione che il tempo, quello vero, rallentasse fino quasi a femarsi.

E' una sensazione angosciante. Rimanere all'infinito nello stesso istante, in questa cella, in questo luogo, con questi pensieri. Per sempre.

La luce si sta affievolendo. L'orologio segna le ventuno. Ho ragione, qui viene scandito un tempo falso. Sono passati pochi minuti dal mezzogiorno.
Oppure no? E se invece fosse il mio pensiero che si è bloccato, che ha rallentato così tanto da farmi sembrare che il tempo scorra velocissimo?

All'imporvviso il sonno! Sta arrivando imperioso, sta salendo con vigore, sta vincendo le mie resistenze. Mi sento cedere le forze.

martedì, giugno 13, 2006

Chi sono e dove sono?

Chi sono e dove sono?
Chi sono e dove sono?
Chi sono e dove sono?

Mi sembra di impazzire. Questa domanda continua ad assillarmi.

Non riesco a ricordare nulla di me.

Sono in un posto che non conosco, in una stanza senza finestre, in uno spazio senza suoni.
La porta è chiusa a chiave. Nella porta c'è una finestrella, ma è serrata dall'esterno.

Al centro del soffitto una lampada che emette una fortissima luce bianca. Nella stanza nessun interruttore per spegnerla.

Le pareti sono nude. Gli unici mobili sono il letto, una sedia ed un piccolo armadietto di metallo. In un angolo i servizi ed il lavandino. Ho provato ad aprirlo, ma non esce acqua.
Nell'armadietto ci sono dei vestiti che potrebbero andarmi bene. Addosso ho una specie di pigiama, o forse una divisa, a righe verticali verdi e azzurre.
In una tasca della giacca ho trovato un palmare che si connette in WiFi ad internet. E' grazie a ciò che sono riuscito ad aprire questo blog.
Mi sembra di impazzire, o forse sono pazzo, ma io, chi sono?
Come mi chiamo? Perché sono qui?
Aiutatemi a trovare una via d'uscita!